MACRO

Renato Mambor

20 Jan 2013 - 09 Mar 2014

RENATO MAMBOR
Atto Unico
20 December 2013 - 9 March 2014

Il MACRO presenta, dal 20 dicembre 2013 al 9 marzo 2014, la mostra RENATO MAMBOR. Atto Unico, a cura di Benedetta Carpi De Resmini.

L’esposizione rientra nel programma rivolto ai “maestri del contemporaneo” – artisti della seconda metà del XX secolo – che il Museo ha sviluppato negli ultimi due anni, con progetti speciali dedicati a Vasco Bendini, Claudio Cintoli, Gastone Novelli, Vettor Pisani e Giulio Turcato.

Renato Mambor (Roma, 1936) – tra i protagonisti di quel particolare filone creativo sviluppatosi negli anni Sessanta in ambito romano e passato alla storia come Scuola di Piazza del Popolo – si distingue per una ricerca iconica e oggettuale che tende a scardinare codici linguistici precostituiti. La sua opera si pone al confine tra varie forme espressive e, attraverso la sperimentazione di linguaggi diversi e l’abbandono dell’oggetto pittorico in sé, si apre sempre ad un rapporto metalinguistico tra parole, immagini, cose e persone, creando un cortocircuito vitale tra oggetto e soggetto.

La mostra si concentra sul periodo che va dal 1969 al 1989 e vuole essere una riflessione sul tema dello sconfinamento tra arte e vita, che l’artista ricerca nel teatro, trasformando il suo fare arte in un laboratorio permanente.

Oltre 30 opere in mostra dedicate al teatro, alcune concepite da Mambor come veri e propri rebus, grandi cartoni in cui, dietro a un particolare, si nasconde un piccolo enigma da decifrare.

L’intero percorso espositivo, prendendo avvio dalle Azioni fotografate (1966-1970), ruota attorno a Trousse (1975), una scultura concepita come un dispositivo per evidenziare e ospitare un oggetto, o un individuo, consentendo di esplicitarne la realtà ad esso legata: il parallelepipedo metallico diventa una cornice che inquadra, cristallizza porzioni di vita per creare nuove relazioni di senso. Come spiega lo stesso artista: “Il nome trousse l’ho preso dall’astuccio degli strumenti, proprio per indicare la caratteristica di quest’indagine all’interno di un individuo, attuata nel contesto di un’assistenza corale, attraverso una metodologia collettiva. Trousse è uno spazio fisico diventato mentale con soglie fluide per il passaggio dall’interno dell’individuo all’esterno del palcoscenico e viceversa.”

Dall’esperimento del parallelepipedo prende avvio l’esperienza del teatro, inizialmente con una compagnia teatrale che prenderà il nome di Gruppo Trousse, successivamente con sperimentazioni differenti, sempre comunque seguendo il filo dell’analisi linguistica, in cui la forma oggettiva statica è sempre in rapporto con i processi formativi della visione.

Si ringraziano l’Archivio Renato Mambor e lo Spazio Culturale Marzia Spatafora, Milano per la collaborazione.
 

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